mercoledì 1 dicembre 2010

Nel mio mondo ideal


Nel moto perpetuo che mi spinge a rimbalzare da un sito all’altro, ho trovato un interessante blog sul Corriere Fiorentino firmato da Edoardo Semmola dedicato alla musica bresciana.
(http://sera.corrierefiorentino.corriere.it/2010/11/a_brescia_si_puo.html)
Non ho potuto fare a meno di leggerlo e vi invito a fare la stessa cosa, quindi, eccolo qua:

A Brescia si può
Brescia ha ucciso tutte le cover band. Non ce ne sono più. E, se ci sono, non si esibiscono nei locali bresciani.
Brescia premia e aiuta i suoi artisti che producono musica originale, attraverso un sistema di mutua collaborazione tra gli otto locali della città che offrono musica dal vivo. Si aiutano, si scambiano gli artisti. Lavorano in team, non uno contro l’altro. E soprattutto hanno un progetto culturale, un progetto comune. Un progetto sulla e per la scena musicale.

Questo mondo dei desideri non è l’ennesimo parto della mia immaginazione utopistica. È una verità. Lo ha raccontato domenica sera al Mei il cantautore (bresciano, appunto)
Ettore Giuradei dal palco del Palazzo delle Esposizioni di Faenza dove veniva intervistato in occasione della presentazione del doppio cd La leva cantautorale degli anni zero, raccolta che annovera 36 artisti della canzone d’autore della nuova generazione, tra cui lo stesso Giuradei, bizzarro, schizzato, talentuosissimo e originale artista che ha appena pubblicato il terzo disco La Repubblica del Sole.

Vi dirò, ci sono rimasto male. Sì, perché credevo fosse un’utopia. Lo pensavo impossibile: locali che collaborano?! Che puntano sulla musica originale e sostengono la scena musicale della loro città?! Ma nemmeno in Danimarca potrebbe succedere una cosa del genere!

Certo, ci sono rimasto male, eccome. Pensarla come una cosa impossibile era una consolazione. Sapere di chiedere la luna, di sfidare quella che i nostri locali e i nostri imprenditori del settore giudicano una normale logica di mercato, mi faceva mettere l’anima in pace. E invece mi sbagliavo. Si può. A Brescia, almeno, si può: si può pensare che delle attività commerciali investano in cultura, in idee nuove e originali, su artisti che non appartengono al circuito commerciale. A Brescia si può. Lo hanno fatto e – continua Giuradei – hanno anche incrementato il loro giro di affari di parecchio. Che eresia. Che barzelletta. Eppure, a Brescia, si può. 

E a me che vivo a Firenze, che vivo i locali, che mi nutro di musica. A me che capita di annodarmi lo stomaco per colpa delle scelte pavide della nostra imprenditoria musicale, sapere che a Brescia si può (e da noi no), fa molto male.

Infatti no, a Firenze non si può. Perché i locali fiorentini non sanno neanche dove viva di casa, la collaborazione. Figuriamoci metterla in pratica. E quando gli accenni a qualche artista di valore ma che non gli garantisce la stessa affluenza di pubblico di qualche cover band dei Negramaro o di Elisa, ti guardano con sospetto, o comunque con poco rispetto. E con l’atteggiamento di chi, al massimo, ti sta facendo un favore.

Certo che, ora che sanno che alla fine potrebbero anche guadagnarci... come i bresciani. Mah...

Verrebbe quasi di prendere un treno per Brescia, entrare in un locale qualsiasi, andare dal proprietario e chiedergli… ma, allora…?. “

WOW!

Entusiasmante, davvero entusiasmante.

Brescia is the place to be!

Innanzitutto, vorrei esprimere la mia piena solidarietà ad Edoardo e a tutti i fiorentini amanti della musica che non appartiene al circuito commerciale.
Posso solo immaginare come ci si possa sentire ad assistere impotenti allo sgretolamento della scena musicale locale, sempre più deturpata da una miriade di tributi a Negramaro, Elisa e a qualsiasi meteora canora che faccia capolino nelle charts mainstream.

Però, un po' vi sta anche bene!
Per almeno due buoni motivi:
1.      Firenze non è stata mai la base operativa degli Scisma;
2.      se non Firenze, Lucca ha ancora il suo bel summer festival organizzato da D'Alessandro e Galli mentre a Brescia hanno smesso di farlo.

Leggendo il pensiero di Ettore Giuradei sintetizzato da Semmola sul blog del Corriere, sembra che
Brescia sia una sorta di Paese delle Meraviglie, un'Isola-che-non-c'è, un Paese della Cuccagna.


“È una verità.”

Sarà.

Ma io quando giro in Brescia, tutta questa abbondanza, questa mutua assistenza, questa fratellanza proprio non la trovo.

Leggendo questo articolo mi è tornata alla memoria la scena di “Alice nel paese delle meraviglie” in cui le “carte” dipingono di rosso delle rose bianche, nella speranza che la Regina di Cuori non si accorga dell'inganno.

Mi sembra che stia succedendo la stessa cosa.

Non è vero che Brescia ha ucciso le cover band.

Non è vero che le cover band non si esibiscono nei locali bresciani.

Basta infatti spostarsi a 6 Km da Brescia, al Gasoline di Castegnato, per esempio, per trovare ogni weekend tributi a Vasco, AC/DC, Queen, Bon Jovi e chi più ne ha più ne metta.
E questo è solo un locale, ce ne sono tantissimi così.

Anche questa “è una verita”.

È vero che gli otto locali bresciani citati nel blog collaborano tra loro.

Altroche se è vero!

Però, mi sorge il dubbio che questo dialogo sia fortemente influenzato dal fatto che sono gestiti da poche persone, i soliti ignoti.
Capita che una persona gestisca due o più locali, quindi è altamente improbabile che ci sia controprogrammazione o concorrenza.
Mi piacerebbe tanto vedere un po’ di sana competizione, un locale che tenta di accaparrarsi l’artista migliore, un gioco al rialzo, insomma.

Non è un metodo inventato a Brescia, sia chiaro, è una gestione basata sulla “mutua collaborazione” che esiste da decenni, la si incontra talvolta in certe gestioni della politica tra alleati così come in alcuni sistemi diciamo “para-statali” per non dire mafiosi, che è un termine poco elegante e garbato.

Locali gestiti da pochi ai quali hanno accesso pochissimi gruppi bresciani, che guarda caso, sono strettamente a contatto con i gestori, quando non gestiscono loro stessi.

Ti assicuro che è un gran bello spettacolo vedere sempre gli stessi musicisti suonare in posti che gestiti da musicisti per musicisti che non fanno altro che annusarsi il culo a vicenda.

Checchè se ne possa dire, “è una verita”.

Inoltre, almeno 5 degli 8 locali contemplati nel blog investiranno sì in cultura, ma non sono attività commerciali.

Sono circoli A.R.C.I. o U.I.S.P.

Sembra che esistano delle leggi ben precise che li distinguano dalle normali attività commerciali per le quali un imprenditore sborsa pure fior fior di quattrini per pagare le imposte.

Insomma, anche nella Brescia dell'opulenza musicale non è tutto oro quello che luccica.

Non tutte le rose sono rosse...

Spero che le mie parole, caro Edoardo Semmola, ti siano un po' di conforto.
Ma nel caso tu volessi ugualmente prendere quel famoso treno per Brescia per poter porre le tue domande ai gestori dei locali, ti consiglio vivamente di munirti di tessere A.R.C.I. e/o U.I.S.P.
Potrebbero servirti perchè, purtroppo, Alice non abita più qui.

E anche questa, “è una verita”.


 
Nel mio mondo ideal
 Le bestiole
anche lor vivrebbero in casette
ben vestite in guanti e con scarpette
nel mio mondo ideal,
ogni fiore
se io fossi un po' di malumore
per distrarmi passerebbe l'ore
chiacchierando nel mio mondo ideal.
Gli uccellini
sempre allegri, affabili e carini
canterebber l'arie di Puccini
in quel mio mondo ideal,
se un ruscello odi mormorar
potrai capir di cosa vuol parlar
che bellezza se sapessi che
quel mondo delle meraviglie c'è


Disclaimer1: nessun Ettore Giuradei è stato maltrattato durante la produzione di questo blog. Stimo molto questo artista bresciano ma non condivido i concetti a lui attribuiti nell’articolo apparso sul Corriere Fiorentino.

Disclaimer2: malgrado tutto, è innegabile il fermento  musicale bresciano. "è una verità".

Disclaimer3: voi mi direte, ma perché ti accanisci sempre su Brescia e Bergamo non la consideri mai? Avete ragione, devo dire che incontro tantissime difficoltà a reperire argomenti utili sulla provincia bergamasca che appare veramente desolata, però sto preparando un articoletto simpatico simpatico coinvolgendo anche alcune band locali. Stay tuned!